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Intervista rilasciata a Greenstyle
da: Ugo Abundo, Novembre 2013
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Salve. Sì, siamo stati anche invitati ad essere presenti, col nostro reattore più recente, sul “Calendario della Fusione Fredda” edito da ColdfusionNow (accanto ai giganti del settore), ed evidenzieremo fotograficamente il cammino fatto a partire da Athanor fino all’erede Hydrobetatron.
Il target attuale consiste nel portare le rese, già evidenziate con metodiche comparative, a protocolli di misurazione diretta mostrando l’entità del calore asportato utilmente dal reattore mediante un fluido circolante, in apparato calorimetrico come mostrato nella foto.
Una analisi teorica da noi condotta, recentemente illustrata al Convegno Coherence 2013 tenutosi il 15 ottobre presso il CIRPS de La Sapienza, riportata sul nostro sito al link
http://www.hydrobetatron.org/files/NUOVI-
giustifica la alimentazione al reattore di corrente pulsata ad alte frequenza ed intensità.
Abbiamo così originalmente sviluppato il Fusion-
Lo scopo è quello di creare volontariamente e ordinatamente gli spikes di potenza che spontaneamente si sono formati, ma in maniera disordinata, durante le reazioni con le polveri, come illustrato nelle foto all’oscilloscopio e in determinazione sonora.
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Abbiamo recentemente costituito e registrato la Associazione non-
L’ elenco dei membri onorari http://www.hydrobetatron.org/soci-
Sfortunatamente i tempi non sembrano ancora maturi perché la natura open sia completamente bidirezionale: la maggior parte dei collaboratori, pur basando il proprio lavoro sulla circolazione delle informazioni, non giudicano sia ancora il momento di dichiarare pubblicamente la propria partecipazione a progetti di natura LENR.
Indipendentemente da questo (comprensibile) riserbo, l’apporto scientifico è davvero grande e ringrazio tutti i nostri soci e sostenitori. Colgo l’occasione per allargare l’invito ad associarsi, (privati e non ) accedendo nella apposita sezione del sito, a tutti coloro che condividendo lo spirito open intendano aiutarci a promuoverlo concretamente anche con contributi per sostenere la ricerca.
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La prima frase che si incontra sul sito www.Hydrobetatron.org riguarda appunto la sicurezza : si tratta di operazioni ad elevata pericolosità, soprattutto per via dei parametri imprevedibili, e la esecuzione degli esperimenti va assolutamente lasciata ad esperti.
E’ esaustivo elencare i rischi a cui si va incontro, semplicemente traducendoli con la parola “tutti”, dalle ustioni, alle fulminazioni, alle esplosioni, alle radiazioni.
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Al contrario, è il nostro unico pensiero assillante: ma per raggiungere lo scopo occorrono passi graduali perché la materia è davvero difficile da trattare, seppur interdisciplinarmente.
Le prestazioni oggi conseguite in maniera stabile si allineano con quelle, di diverse decine di punti percentuali, raggiunte da tutti i ricercatori che hanno diffuso dati in maniera open e che stanno studiando la modellistica del fenomeno (per citare solo alcuni dei lavori-
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Il mio parere è che la maggiore visibilità sia da ascrivere, per la parte più rilevante, all’impegno esponenziale dei ricercatori, e solo per la parte restante a qualche apertura tardiva delle Istituzioni, forse anche solo per non rimanere escluse da future evidenze.
E’ curioso però come alla latitanza delle Istituzioni si accoppi l’impegno personale (seppur riservato, come si diceva prima) di chi a tali Istituzioni appartiene !
Non ritengo, comunque, che chi fugge da un pericolo sia uno scettico, ci crede più degli altri !
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L’amico stimatissimo Francesco Celani ci onora della sua considerazione in modo attivo e concreto con copiosità di consigli, correzioni, informazioni e iniezioni di entusiasmo. Cogliamo l’occasione per ringraziarlo, come pure siamo onorati di aver ricevuto l’attenzione del Dott. Guido Grassadonio e, tra breve, dei suoi lettori di Greenstyle.
Ugo Abundo – Open Power non-